Giovedì 23 Marzo l’UX Book Club di Brescia ha ospitato Davide “Folletto” Casali che ci ha parlato di “The shift: UX Designer as Business Consultant”.
La domanda principale che Davide ha posto è stata:
“Quali sono i problemi del designer?”
La risposta sintetica e immediata è:
“I maggiori problemi sono quelli relazionali!”.
Nel corso dell’incontro, Davide ha fatto un esempio che ha introdotto questo argomento: ha parlato di un piccolo progetto in cui vi una situazione frustrante tra team e cliente con conseguenti overtime e overbudget.
La natura di quel disagio era a livello relazionale, per sbloccare il progetto è stato sufficiente uno workshop risolutivo.
Spesso infatti il designer è troppo focalizzato su ciò che sta realizzando, ma bisogna ricordarsi che per i designer la regola d’oro è “se non sei in grado di consegnare il tuo risultato all’utente… hai fallito”.
Non si deve soltanto creare il prodotto, ma per raggiungere l’obiettivo finale la chiave di tutto è l’organizzazione; ci si deve perciò concentrare anche su come si lavora: Shift.
Ecco lo spostamento che il designer deve fare, non si deve concentrare solo su quello che fa ma anche sull’organizzazione del team e sulla relazione tra cliente e team.
Fare al meglio questo spostamento implica diversi compiti non banali: incontrarsi fisicamente, imparare il vocabolario delle persone con cui ci si sta interfacciando, rielaborare le richieste del cliente, analizzare l’azienda e capire su quale business l’azienda crea il suo guadagno.
Fondamentale per raggiungere l’obiettivo del progetto è anche sapere se vi è una connessione diretta con il core business aziendale oppure no, perché c’è sempre una richiesta nascosta che arriva da chi fa da interlocutore in quel momento.
Questa persona deve essere capita e aiutata a raggiungere il suo obiettivo per poter lavorare tutti nella stessa direzione.
Ci sono poi altre tre domanda importanti da porsi:
… chi paga?
… chi guadagna da questo progetto?
… chi perde?
In questo modo si valuta il reale impatto che il progetto ha sull’azienda.
Davide ci ha fornito altre preziose indicazioni, una su tutte che bisogna riuscire a creare lo spirito relazionale corretto sul progetto; un modo per farlo è tramite un workshop che coinvolga tutti: cliente e team.
Durante il processo lavorativo, invece, è necessario avere un “loop” in cui si lavora, si osserva e si trovano soluzioni assieme per poi rielaborarle e visualizzarle tramite piccoli sketch e mail in cui si spiega ciò che è stato fatto.
Un altro strumento che aiuta a dare ritmo tra team e cliente è la visualizzazione del processo lavorativo tramite schemi a blocchi che danno un’idea visiva di cosa succede settimana per settimana.
Ogni blocco corrisponde a una quantità di tempo e di budget dedicato, se necessario è possibile spostare o aggiungere nuovi blocchi per nuove esigenze.
L’importanza di un “Plan” è fondamentale per creare le giuste aspettative e dare chiarezza e flessibilità sia al team che al cliente.
In conclusione il Designer deve applicare uno “Shift” ponendo la propria attenzione anche agli aspetti più legati al business e all’interazione con il cliente, senza doversi focalizzare unicamente sul prodotto, ma concentrandosi anche sul team e sull’organizzazione del lavoro.
Aspetto il prossimo evento organizzato da “UX Book Club di Brescia” 😉
Risorse
La registrazione video del Talk (by UX Book Club Brescia)
Le slide dell’intervento (versione del 2016)