iBeacon: quando il commercio reale copia dall’ecommerce

Prendo spunto da iBeacon, ma è da tempo che le dinamiche di acquisto nei negozi fisici stanno mutando (basti pensare allo showrooming).
iBeacon è una tecnologia di comunicazione wireless a breve distanza (tipo NFC che è a cortissimo raggio) che sta facendo parlare di sè anche per quanto riguarda i pagamenti di prossimità. Una tecnologia che porta dritti al marketing di prossimità, promessa mancata al nascere del Bluetooth, e in cui Apple crede molto in quanto strategica per la sua visione di commercio in mobilità e per le attività di marketing.

Soprattutto Apple, ma non solo.
Perchè iBeacon è alla portata di tutti i vendor essendo basata sul già conosciuto Bluetooth LE (low energy), su sensori (attivi) e un’applicazione (di terze parti) installata sullo smartphone.

I vantaggi rispetto alle tecnologie correnti sono:
– un raggio più ampio dell’NFC
– un basso consumo energetico rispetto al WiFi
– una localizzazione indoor più precisa rispetto al GPS

Ma veniamo al punto.
Un commerciante che ha uno o più negozi, che può farne?

Può piazzare nel suo punto vendita uno o più sensori e deve convincere l’avventore ad installare sul cellulare la sua applicazione.
E così il suo negozio fisico, fatto di mattoni (brick and mortar), “sente” il consumatore e diventa proattivo nei suoi confronti.

Ora il negozio ha nuovi “superpoteri”:

  1. advertising di prossimità
    quando passo vicino al negozio e arrivo nel raggio di un sensore (un “faro”) questo “sveglia” l’applicazione sul telefono e mi avvisa che in quel negozio o in un suo reparto c’è una scontistica;
  2. geolocalizzazione indoor
    con la triangolazione tra più sensori può rilevare dove sono posizionato all’interno del negozio e tracciare i movimenti dell’utente per capire come si comporta davanti agli scaffali;
  3. sistema di pagamento contactless
    il mio smartphone può a sua volta diventare un punto iBeacon attivo e colloquiare con altri dispositivi. La cassa, appunto, per pagare.

ibeacon-in-store

 

L’ennesimo tassello che punta a trasformare il cellulare in un portafoglio virtuale e forse si capisce un pò meglio perché Apple abbia puntato su un sistema di riconoscimento biometrico come le impronte digitali. Anche se tutto il mondo bancario/finanziario sta puntando in modo deciso sull’NFC (anche Google con il suo Wallet).

Sembra proprio che il commercio reale tenti di copiare alcune caratteristiche del commercio elettronico.
Quando navighiamo su siti ecommerce ci sono strumenti che permettono ai negozi virtuali di interpretare il nostro comportamento (cookie, sessioni, carrelli, analytics e altri sistemi di tracking) e di capire, al di là dell’acquisto finale, come “ci siamo mossi” nel negozio online.
iBeacon permette di portare queste caratteristiche nel mondo reale, dove il negoziante potrebbe interpretare il comportamento e i gusti dell’avventore prima, durante e dopo l’acquisto finale. Addirittura potrebbe analizzare in modo statistico comportamenti e acquisti del passato come, e ben di più, nel caso della carta fedeltà.
Scenari futuristici? Problemi di privacy?
Staremo a vedere, e soprattutto vedremo se una buona promozione non vale questi “miei dati”.

Non solo nel settore del commercio.
Nella sanità la localizzazione indoor potrebbe rivelarsi la killer application; nello specifico, riuscire a capire dove sono attrezzature, pazienti e operatori, o comunque capire che tipo di movimenti fanno e se li fanno nei tempi previsti.

Nei trasporti pubblici il wallet digitale permette non solo di immagazzinare delle carte di credito o di debito, ma anche delle tessere e in particolar modo di virtualizzare gli abbonamenti delle società di trasporto comunali. Inoltre la natura di iBeacon potrebbe segnalare all’utente promozioni e stato dei mezzi di trasporto in relazione al “percorso tipico” che di solito fai per andare al lavoro.

Resta da vedere se iBeacon riuscirà ad imporsi sul mercato e se sarà facile da usare.
E in questo Apple ha una certa esperienza.

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