Come gestire i prodotti non disponibili in un eCommerce – Azioni SEO utili alla crescita

Gestire i prodotti non più disponbili su un eCommerce è un tema sempre molto attuale e non esiste un’unica via e soluzione possibile. Ogni ecommerce, di fatto, ha le sue specificità, la sua grandezza e vincoli derivanti dalla piattaforma tecnologica e dall’infrastruttura (si pensi per esempio a tutti quegli ecommerce pilotati dai gestionali).

C’è bisogno quindi di fare un’analisi puntuale e decidere con consapevolezza quale è la migliore soluzione per il nostro caso. Le implicazioni sono molteplici non solo lato utente ma anche per l’ottimizzazione SEO del sito. Indubbiamente più l’eCommerce è ricco di prodotti ad alta rotazione, più la gestione è delicata perché gli elementi da considerare sono molteplici.

Dal punto di vista tecnico non è poi scontato riuscire a realizzare i desiderata degli specialist SEO che, si sa, vorrebbero sempre la soluzione migliore, non quella più percorribile.

Crawl Budget e Response Code

Gli aspetti tecnici fondamentali da considerare sono l’ottimizzazione del crawl budget e la corretta gestione dei response code.

Il crawl budget è il tempo che Google dedica alla scoperta delle risorse di un sito e va gestito con cura per non sprecarlo inutilmente ad esempio seguendo molteplici redirect 301 oppure continuando a richiedere risorse (inesistenti od obsolete come prodotti fuori catalogo).

I Response Code sono i codici di risposta forniti dal server web ad una richiesta effettuata. Nel caso di risorse inesistenti si può scegliere fra un 404 (Pagina non trovata) o un più definitivo 410 che sta ad indicare un risorsa che non esiste e non esisterà più. Discorso simile si applica alle redirezioni 301 e 302.

  • 404 vs 410
  • scegliere fra 301 (redirect permanent) vs 302 (redirect temporary)

I redirect 301 automatici sono pericolosi per il crawl budget e per eventuali side effect non prevedibili: su siti di grandi dimensioni è sconsigliabile questo tipo di politica; stesso discorso vale per i 410 automatici sono pericolosi perché potrebbero fare perdere traffico interessante e anche link spontanei che, si sa, non è semplice ottenere.

Il messaggio è: studiare bene i response code perché sono armi potenti ma anche pericolose.

Gestire i due scenari principali sulla disponibilità del prodotto

Se il prodotto è temporaneamente indisponibile:

  • Mantieni la scheda prodotto attiva facendo in modo che restituisca lo status code 200
  • Mantieni l’url nella sitemap
  • Mostra che il prodotto è temporaneamente non disponibile
  • Impedisci all’utente di aggiungere il prodotto al carrello
  • Dai la possibilità all’utente di ricevere una notifica via mail quando tornerà disponibile
  • Togli il prodotto dal feed di Google Shopping e da eventuali campagne a pagamento fino a quando non torna disponibile
  • Rimuovi l’attributo Offer dallo Schema per evitare warning, errori e “penalizzazioni” da parte del motore di ricerca
  • Togli il prodotto da eventuali categorie promozionali o altre pagine in cui è visibile perché cliccare su un prodotto non disponibile genera frustrazione

Usa la fantasia: perché non mettere sulla pagina del prodotto non disponibile un codice sconto o un incentivo ad acquistare un prodotto simile della stessa categoria?

Se il prodotto è definitivamente indisponibile:

Non c’è un solo modo di gestire un prodotto che per sempre sarà fuori dallo stock del nostro ecommerce. Ci sono varie considerazioni da fare prima di prendere una decisione e spesso è necessario scendere a compromessi.

Se il prodotto è molto cercato e il traffico sostenuto, si potrebbe decidere di tenere attiva la scheda prodotto, informando chiaramente il visitatore che il prodotto non è più disponibile ma cercando di non perdere la visita canalizzandolo su un prodotto simile o facendogli visitare la categoria. Questo ci consentirebbe quanto meno di non perdere nell’immediato un numero considerevole e magari profittevole di visite.

È chiaro che questa scheda prodotto deve comunque essere tolta dall’alberatura del sito, dal linking interno e dalla sitemap.

Discorso analogo per eventuali campagne a pagamento che puntino direttamente all’url del prodotto.

Fare un’analisi delle parole chiave che portano traffico a questo prodotto: questo ci consente di valutare con più attenzione che tipo di traffico sta arrivando e la migliore azione da compiere. Esempi di azioni possono essere:

  • Se la main kw è generica potrebbe essere utile fare un redirect alla categoria: succede frequentemente che un prodotto si posizioni per la parola chiave categorica
  • Se al contrario la main kw è molto specifica, si pensi ad esempio ad un prodotto con caratteristiche/misure particolari può valere la pena restituire un codice 410 per non generare frustrazione nell’utente
  • Fare un articolo dal titolo tipo: “Cosa è successo al prodotto XXX e quali valide alternative sono disponibili nel nostro shop online”

Altre Best Practices

Ci sono altre buone pratiche, sia SEO che di buonsenso, che possono aiutare a migliorare le performance del nostro eCommerce:

  • Tenere traccia in Google Analytics dei prodotti “out of stock” (ad esempio tramite custom dimension)
  • Fornire una data indicativa di quando e se il prodotto tornerà disponibile
  • Fornire un’alternativa simile ma occhio perché dipende dal settore e dal prodotto, non sempre è la cosa migliore per l’utente
  • I soft 404 vanno monitorati e gestiti al meglio: sono deleteri e alla lunga erodono crawl budget senza portare benefici
  • I link aggiunti a mano all’interno di pagine editoriali, guide, tutorial frequentemente cambiano e generano 404 quindi sarebbe meglio avere un widget che li gestisce in automatico ma tecnicamente non è sempre semplice da implementare.

Esperienza e lungimiranza

Come avete potuto constatare, una questione che potrebbe sembrare banale come la gestione di un prodotto non più disponibile nasconde in realtà aspetti critici che non vanno sottovalutati. La SEO è fortemente coinvolta e determinante ai fini della crescita dei risultati, questo in maniera proporzionale alla grandezza e alla visibilità organica dell’eCommerce.

Ovviamente non basta un articolo a sciogliere tutti i dubbi, ne ad andare alla dovuta profondità. L’indicazione più preziosa è che serve un approccio critico alla situazione di volta in volta riscontrata e qui l’esperienza per sapere fare la scelta corretta (anche progettuale) è determinante, anche guardando in avanti per anticipare problematiche ed evitare di introdurre pesanti zavorre future.

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