Touchscreen: simulati su ogni oggetto ed elastici

La tecnologia touchscreen ha percorso una lunga strada da quando ha fatto il suo cammino verso il mercato, e praticamente qualsiasi dispositivo mobile che si rispetti è dotato di un proprio display touchscreen. Ci sono stati diversi progressi fatti in questo settore nel corso degli anni, che perlopiù hanno visto prevalere la tecnologia dei display capacitivi a quella più obsoleta dei display resistivi.

Oggi il sogno è cambiato, e queste sono due nuove strade:

  1. trasformare qualsiasi superficie in qualcosa di toccabile che risponde ai nostri comandi.
  2. schermi elastici per le gesture del futuro


1- Qualsiasi superficie come un display touch

Fujitsu ha infatti messo a punto una nuova tecnologia di puntamento che mima un vero e proprio touchscreen sfruttando tecnologie fino ad oggi più proprie alla realtà aumentata, per ricreare una “superficie interattiva” capace di riconoscere e di elaborare gesti e tocchi su tutto ciò che viene appoggiato su di essa.
Nel video Taichi Murase, ricercatore presso il Media Service Lab System Fujitsu, spiega come funziona questo prototipo che potrebbe essere commercializzato nel 2014.

In questo modo è possibile “digitalizzare oggetti fisici” e trasformare documenti cartacei in media interattivi, dai semplici documenti stampati ai post-it.
Il processo semplice, basta appoggiare un libro o una rivista (funziona anche su superfici non piane) e con le tipiche gesture che tutti abbiamo imparato a compiere, selezionare la foto o l’articolo, che viene automaticamente scansionato e inserito accanto sul piano di lavoro.
Immaginate un modo nuovo di studiare: selezionare testi, creare file digitali, raggrupparli e salvarli sull’hard disk… o sulla cloud.

 

2- Schermi elastici (2.5D) per le gesture del futuro

Obake è lo schermo elastico realizzato da Dhairya Dand e Rob Hemsley del Media Lab del MIT, che potrebbe cambiare drasticamente il modo di interagire con gli schermi consentendo nuove forme di possibili manipolazioni.

Lo “schermo” è reso elastico con l’aiuto di attuatori, telecamere di profondità (stile Kinect), proiettori e un supporto in silicone.
Questa superficie elastica consente all’utente di spingere e tirare, fisicamente. Da vedere.

Chissà se questo prototipo aprirà la strada a nuove gesture e applicazioni in ambito di modellazione 3D o nella simulazione di operazioni mediche o attività ludiche.
Staremo a vedere.

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