Riccione, Milano, Rimini, ogni anno in questo periodo mi ritrovo in quello che per me è l’evento imprescindibile: il Search Marketing Connect.
A dirla tutta io sono legato al nome storico, Convegno GT (ma non sono l’unico sia chiaro, anche i padroni di casa non si rassegnano) ma soprattutto sono legato ad una tradizione formativa che in tanti anni (credo sia l’ottava partecipazione), che mi ha fatto fare il salto di qualità nella mia professione e conoscere tante persone interessanti e stimolanti.
L’ampio programma consente di costruirsi un percorso formativo ad hoc ed approfondire le tematiche a cui si è più interessati. Per inclinazione personale ho cercato di dedicarmi il più possibile alla Seo, forse perché è l’argomento che storicamente caratterizza questo evento e penso che possa darmi quel qualcosa in più.
La giornata inizia con il punto sullo Stato del Search Marketing in Italia nel 2016 di Paolo Zanzottera che ci conferma il consolidamento di alcune tendenze in atto da anni. Chrome primeggia seguito da Safari, Explorer perde sempre più terreno insieme a Firefox. Resiste (in Italia) Windows Phone con uno sparuto 5% che giustifica il fatto di non abbandonare Bing. E poi Google, Google e sempre di più Google: non è però una novità.
Android domina seguito da iOS, ma la tematica da seguire con interesse e da approfondire è la Voice Search. Le persone si stanno abituando ad utilizzarla ed è evidente perché prima le query da mobile erano principalmente di una parola (quindi digitata da tastiera), mentre adesso stanno aumentando le query di più termini, 4, 5 o di più, delle query conversazionali, tipiche di un approccio vocale alla ricerca: Ehi Siri, dov’è la pizzeria più vicina?
La sessione con Fili Wiese (ex Senior Member del Google Quality Team) non ha sconvolto quanto già si sapeva e forse ci si sarebbe aspettata qualche chicca in più: i link sono importanti (ma va?!?), il crawl budget è importante così come le performance… vi dirò che a caldo non ricordo nulla di particolarmente interessante da raccontarvi.
Volutamente ho scelto di seguire nuovamente l’intervento di Enrico Altavilla su come Funziona Google perché la conoscenza approfondita di crawling e indicizzazione è talmente importante che ogni Seo dovrebbe interiorizzarla, ripassarla e ripassarla ancora. Chi segue progetti strutturati e di una certa dimensione come ecommerce, magari in multilingua, ha l’obbligo di avere chiaro come utilizzare correttamente canonical, noindex, robots.txt e conoscere le basi del protocollo HTTP.
Ricollegandomi al tema Seo Per Ecommerce non potevo perdermi l’intervento di Riccardo Mares, uno di quegli interventi enciclopedici, utilissimi per confrontare la propria metodologia di lavoro con quella di uno stimato professionista. Quello che mi ha impressionato è come negli anni la Seo applicata agli ecommerce sia maturata e come sia diventata una specializzazione da coltivare e arricchire di nuove esperienze e metodologie.
Sono contento perché qui in ET questa cultura dell’ecommerce sta dando soddisfazioni e questi risultati interessanti passano attraverso una cultura seo applicata alla strategia dei clienti. Cito fra i tanti Zanolli che con un piano editoriale ben costruito ha raddoppiato il bacino di utenti in target e incrementato la brand awareness e le vendite.
La giornata di ieri ho voluto dedicarla quasi interamente alla Link Building. Tanti sostengono che la Link Building non esista più, eppure ad un passo dal 2017 si continua a parlarne e a dedicare ore di formazione a questo tema. Chiamatela come volete, ma mi sembra piuttosto ovvio che, essendo il link l’essenza del web, si continuerà sempre a parlare di strategie per ottenere link. Forse adesso c’è una maggior attenzione alla qualità e non si ragiona più solo in termini di Domain Authority, ma si valuta anche se il link porta conversioni o vendite.
Cosa mi aspettavo da questa giornata? Conferme e qualche nuovo spunto. Qualche nuovo tool che non conoscevo, un uso diverso di Excel per l’analisi dei link e una prospettiva diversa della Broken Link Building spiegata da Giuseppe Pastore, un seo che ho sempre seguito con particolare attenzione.
Resto dell’idea che certe strategie di Link Building come la Broken siano difficilmente applicabili al mercato italiano, molto ristretto e anche con una mentalità in generale poco propensa a linkare (salvo certe nicchie).
La parte però più formativa è quella del confronto: non esistono speach o workshop che possano trasmettere tanto quanto una bella chiacchierata e un confronto stimolante con i professionisti che partecipano a questo evento.
Questo è il vero motivo per cui ogni anno si torna senza la minima esitazione.