Cosa ha segnato il 2024 della SEO: algoritmi, aggiornamenti e tendenze

Da sempre Google ci ha abituati a tanti aggiornamenti algoritmici, alcuni continui, quotidiani, quasi impercettibili, altri significativi e molto impattanti in SERP (Core Update / Spam Updates).
Non ha fatto eccezione il 2024: è stato un anno impegnativo, soprattutto per alcune categorie di siti.

La primavera e l’estate hanno portato pesanti cali di traffico soprattutto per cluster di parole chiave transazionali, perché in SERP sono stati introdotti pesantemente blocchi di caroselli contenenti i Free Product Listing, detto volgarmente, la parte gratuita di Google Shopping.
Una bella novità, per alcuni che hanno inaspettatamente visto aumentare il traffico verso le pagine prodotto, significative perdite di clic per tanti (molti posizionamenti pur mantenendo la stessa posizione, hanno visto i clic precipitare).

A Novembre ci risiamo: altro cambiamento algoritmico significativo (il terzo Core Update del 2024) che però spegne presto la speranza di recuperare posizioni per chi era stato colpito dalla tempesta estiva.
Spesso le immagini sono più efficaci delle parole: anche noi come tante digital agency usiamo più strumenti per analizzare e contestualizzare le variazioni di posizioni e traffico dei siti, eccone due estratti che fotografano la situazione.

Seozoom che ha una visione più nitida del mercato italiano ci mostra un’attività elevata a partire del 21 Ottobre che si protrae per quasi un mese.

Semrush lo usiamo invece per analizzare sempre il mercato italiano ma nel segmento dello shopping online. Anche qui è confermata un’alta volatilità delle SERP soprattutto per gli ecommerce.

Core Web Vitals: novità su INP

Ma le novità non finiscono qui perché l’attenzione verso la User Experience rimane centrale nella filosofia di Google e questo a Mountain View significa soprattutto migliorare ed affinare i Core Web Vitals. Togliamoci la brutta abitudine di associare i CWV solo alla Seo Tecnica e alle Web Performance perché il concetto è più ampio e più profondo e riguarda proprio a come viene progettato e realizzato un sito.

L’ultima novità riguarda il parametro INP (Interaction to Next Paint) il cui cambiamento riguarda il set di soglie per i dispositivi mobile che viene unificato a quelli desktop: di fatto le aspettative sono uniformi in termini di esperienza positiva o negativa, indipendentemente dal dispositivo. Una modifica piccola ma che semplifica le cose per chi deve ottimizzare e limare preziosi millisecondi.

Queste le soglie dell’Interaction to Next Paint unificate:

  • Buono: INP inferiore a 200 ms
  • Da migliorare: INP tra 200 ms e 500 ms
  • Scarso: INP superiore a 500 ms

Il limite di 200 ms è ambizioso ma raggiungibile e auspicabile per garantire un’esperienza utente fluida anche dai dispositivi mobili (soprattutto in condizioni di velocità di navigazione più limitate).
Il dato che preoccupa è che su un campione di 10.000 siti selezionati ed analizzati, la maggior parte non riesce a stare sotto il valore dei 300 ms, dimostrando che c’è ancora poca comprensione dell’importanza di questa metrica e dei Core Web Vitals in generale.

Ma come migliorare l’INP?

  1. Ottimizzazione del JavaScript: Minimizza e riduci i tempi di esecuzione eliminando script non necessari.
  2. Implementazione di Framework Moderni: Utilizza librerie e framework come React o Next.js che ottimizzano il rendering lato client.
  3. Leggere il nostro articolo sulle Seo Performance e l’ottimizzazione dell’INP in cui entriamo nel dettaglio e diamo indicazioni precise su come muoversi

Quale è l’approccio giusto? Il limite di 200 ms è ambizioso ma raggiungibile e auspicabile per garantire un’esperienza utente fluida anche dai dispositivi mobili (soprattutto in condizioni di velocità di navigazione più limitate). Il dato che preoccupa è che su un campione di 10.000 siti selezionati ed analizzati, la maggior parte non riesce a stare sotto il valore dei 300 ms, dimostrando che c’è ancora poca comprensione dell’importanza di questa metrica e dei Core Web Vitals in generale.

Come affrontare queste situazioni?

  • Cali di traffico post update:
    • Attendi che la tempesta sia finita per fare un’analisi dettagliata e dedica un po’ di tempo a raccogliere dettagli sulla tipologia di aggiornamento. Il confronto con i colleghi può essere un valido aiuto e ci sono tante fonti autorevoli da consultare.
    • la Google Search Console e gli altri strumenti a disposizione (Seozoom, Semrush, etc.) sono fondamentali per individuare le aree su cui lavorare.
    • Valuta con spirito critico i contenuti che hanno perso traffico in relazione alle query che hanno peggiorato la loro posizione: a volte bastano poche modifiche per invertire il trend, a volte serve fare pulizia.
    • Curare il linking interno: fondamentale per rafforzare la coerenza tematica e aiutare l’algoritmo a comprendere meglio il sito.
    • Testa, testa e ancora testa: l’analisi è fondamentale ma è solo il primo step; si rischia spesso di dedicare tanto tempo all’analisi e poco all’azione.
  • Performance del sito: la questione delle performance non è da affrontare una tantum ma da creare un preciso protocollo e un approccio metodico.
    • Scegli uno strumento di monitoraggio e di ottimizzazione.
    • Pianifica dei controlli regolari: mensili e soprattutto quando vengono effettuate modifiche del sito
    • Concentrati su singoli aspetti partendo da quelli più rilevanti: ad es. INP scarso, cosa fare?

In Evoluzione, abbiamo strutturato il team di consulenza Seo proprio per affrontare con metodologia e prontezza uno scenario che si ripete periodicamente. Scegliere gli strumenti giusti, avere un piano di intervento ed essere sempre al corrente dell’andamento del sito ci aiuta ad ottenere risultati sul medio e lungo periodo.

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